VITTIME

TERZA PARTE

 

LA SVASTICA SULLA LUNA

 

 

 

Gli artigli di Maddicks lo ancorarono alla parete, mentre alle sue spalle i pipistrelli si attaccavano alle sue ali. Come piccoli kamikaze affrontavano la morte, sapendo che le loro carcasse avrebbero bloccato i motori del jet pack. Senza possibilità di manovra sarebbe diventato un bersaglio più facile per quello sciame nero.

Il braccio con cui si teneva al metallo, sostenendo tutto il peso del corpo, iniziava a fargli male  Con l'altro provava a centrare i pipistrelli con il laser, ma la poca luce del suo elmo gli offriva solo uno scenario di tenebre brulicanti e occhi rossi.

Più in basso il Demone delle lacrime si proteggeva allo stesso modo usando una lama per scendere come uno scalatore al contrario, mentre l'altra la mulinava creando un vortice con cui disperdeva i pipistrelli, facendoli sbattere mortalmente contro la parete del tunnel.

Moon Knight giocò invece la carta degli ultrasuoni, sapendo che il senso radar sensibile di quegli esseri sarebbe stato scosso dalla sua mezzaluna speciale.

Appeso al rampino, protetto dal suo mantello contro gli assalti dei piccoli diavoli volanti, tolse dalla cintura l'arma e poi la innescò.

L'onda sonica iniziò a diffondersi, i pipistrelli si trovarono ciechi nel buio e colpiti dalla luce potente del visore di Moon Knight iniziarono a volare in circolo, sbattendo tra di loro.

Confusi diedero al terzetto l'opportunità di scendere più in fretta.

Moon Knight raggiunto Maddicks lo aiutò a liberarsi dai cadaveri fermati dalle sue ali meccaniche.

Dall'alto i pipistrelli precipitavano senza più la guida dei loro sensi. Moon Knight sentì i tonfi in basso. Capì da quei suoni che erano vicini a toccare di nuovo terra. Il Demone richiamò le spade. Entrarono in lui e balzò nelle tenebre. Toccò il fondo del pozzo, subito raggiunto dagli altri.

La luce del cavaliere lunare illuminò un tratto fognario, c'era uno scolo in alto da cui uscivano liquami come una lingua verdastra.

Dovevano camminare nel fiumiciattolo maleodorante che si allungava in avanti. L'odore stagnava insopportabile compresso tra le pareti ad arco, la stessa pietra trasudava un puzzo terribile e solo i filtri nasali di Moon Knight e Maddicks permisero ai due di non vomitare dentro le loro maschere. Il Demone sentiva un altro odore, quello della preda e iniziò a correre leggiadro nei liquami.

Alcuni pipistrelli superstiti volarono sopra le loro teste diretti nella stessa direzione.

Come poteva Barbie essere ancora vivo? La domanda rimossa dall'urgenza dell'azione stava tornando a mulinare nella testa di Marc.

Ed era sporca come l'acqua che schizzava sotto i suoi stivali rinforzati, come la bava densa e verde che filtrava dalle grate in rivoli che finivano dentro la fogna principale.

Qualcuno aveva permesso a quel mostro di sconfiggere la morte? Era la soluzione più semplice e credibile in un mondo in cui nessuno rimaneva morto per sempre e il progresso scientifico era spesso servito a nascondere orribili violazioni alle leggi fondamentali della natura.

Maddicks sembrava sintonizzato sulla stessa frequenza.

-Cosa credi ci faccia Barbie qui sotto? Sta pianificando un nuovo Reich, quale sarebbe? Il quarto il quinto? Ho perso il conto...

Moon Knight rispose con parole che suonarono come un ringhio d'accusa.

-Bel tentativo, ma con me non attacca. Siamo stati entrambi complici di quel nazista. Non so come abbia fatto ad evitare la tomba, ma lo prendo come un segno del destino. Non potremo rimediare ai nostri errori ma fargli pagare i suoi crimini si. Vederlo piangere sangue, sarà comunque un modo per alleviare un poco il nostro senso di colpa.

-Vedo che non ti è bastato saltare dall'altra parte della barricata, vestirti di bianco per non sentire più i morsi del passato.- Maddicks non riusciva ancora a credere che di fianco a lui ci fosse il suo vice Marc Spector.

Tutto avrebbe pensato, ma non che sarebbe diventato un eroe mascherato. Si poteva dire lo stesso di lui che aveva smesso i panni del mercenario prezzolato per indossare quelli del super criminale Averla Assassina.

I due amici, un tempo uniti sotto l'unica bandiera verde del dollaro, tornavano dopo anni fianco a fianco a combattere la stessa battaglia.

Il demone li aspettava in una stanza circolare dove diversi scoli gettavano i loro rifiuti dentro una grande pozza scura che ogni tanto ribolliva anche se sembrava impossibile che qualcosa vivesse lì dentro.

Non sembravano esserci altri passaggi e le uniche uscite da quel vicolo cieco erano i budelli oltre le griglie metalliche da cui scivolavano gli scarichi della città di New York.

Non importava la provenienza lì tutto galleggiava, sprofondava e puzzava in modo uguale. Mentre in alto tra i palazzi scintillavano le diseguaglianze, lì nel ventre della metropoli no.

Davanti alla giustizia non sempre si è tutti uguali ma nelle fogne si.

-Un vicolo cieco. Dobbiamo tornare indietro e scoprire se c'è qualche passaggio nascosto. Ce n'è sempre uno.- l'idea di Maddicks non venne accolta dagli altri che pensavano invece che ci fosse un modo per proseguire da lì la caccia.

Il fatto che il Demone non percepisse più il nazista poteva significare che aveva trovato un luogo dove nemmeno gli spiriti vendicativi potevano raggiungerlo.

Ma Moon Knight non contava sulla magia, lui poteva affidarsi alla tecnologia.

Il suo visore aveva un sacco di qualità e una di queste era lo zoom incorporato con cui  trasformava il suo occhio in quello di un falco.

Poteva scorgere dettagli impossibili da notare. Fu così che perlustrando con lo schermo a raggi infrarossi la pozza e in alto le griglie, scorse qualcosa che lo fece sorridere. Si sentì come Pollicino  quando trovò le molliche di pane nel bosco.

-Seguitemi. Dobbiamo salire fino a quella griglia. Il cadavere di uno dei pipistrelli è bloccato tra le sbarre. Sono sicuro che quegli animali stavano tornando dal padrone e quello morendo ci ha indicato la via.

-Ottimo si continua a strisciare e questa volta letteralmente. Spero che tu abbia a casa dei ricambi per quel costume. Il bianco è un colore impegnativo.

L'Averla disse questo e poi fiondò un colpo con gli artigli nella parete, sentì il liquido sporco scivolare sul muro. Scorreva dentro alcune crepe prima di gocciolargli addosso.

Lo ignorò e iniziò a scalare la parete usando le unghie come picchetti. Il rampino di Moon Knight attraversò l'aria e uncinò una delle sbarre.

Il Demone rimasto silente si proiettò in alto sfruttando la sua agilità soprannaturale.

Un balzo a metà del muro per poi prendere lo slancio fino in cima.

Quando arrivarono tutti Maddicks calciò in basso il cadavere rivelatore del pipistrello e iniziò a segare con il laser le sbarre.

Una volta creato un quadrato dai bordi infuocati lo spostò gettandolo nelle fogne. Lì il metallo si inabissò come se qualcosa, sotto la superficie malsana, lo tirasse giù.

Il passaggio non permetteva di camminarci dentro, bisognava inginocchiarsi e proseguire. Il Demone guidò il gruppo lungo quell'intestino di mattoni fino a quando questo non sbucò in una stanza circolare simile alla precedente.

Questa volta però la pozza sul fondo era svuotata quasi del tutto, nei pochi cm di acqua putrida crescevano dei rampicanti giallastri che si estendevano lungo i bordi di quella che sembrava una piccola piscina.

In un punto erano più presenti come ad indicare qualcosa. In effetti lì, al centro, si attorcigliavano intorno ad un pezzo di ferro.

Il Demone lo liberò da quelle erbacce scoprendo che si trattava di una svastica. Il simbolo del più oscuro angolo dell'animo umano non poteva che nascondersi lì sotto quello strato vegetale marcio.

Era la maniglia della botola sottostante.

Maddicks ne afferrò le punte e iniziò a girarle, sfruttando la forza dei suoi guanti potenziati.

Un rumore simile ad un rigurgito accompagnò l'ultimo giro e l'apertura a scatto del portello, rivelando un buco se possibile ancora più scuro e profondo di quello che li aveva portati fino a lì.

-Prima le signore soprattutto se queste sono demoni vendicativi con una maschera di lacrime.

Scherzò Maddicks cercando di non pensare a quando anche lui sarebbe dovuto scendere lì sotto.

 

***

 

Quando vide Frank Darabont che la avvicinava, tenendo due dita sulla tesa del cappello a coprirsi un pezzo di viso, ma non i suoi bei occhi neri, a Marlene sembrò di tradire Marc e pensò che non doveva rivolgersi al detective della omicidi per la sua indagine privata.

Forse il subconscio aveva lavorato per lei e in effetti senza quasi accorgersene aveva fatto il numero del distretto di Frank e si era presentata come un amica di Moon Knight.

Marc gli aveva parlato bene del nuovo poliziotto in città. Era un tipo fidato e lei in quel momento, sola nella notte, aveva bisogno di lui, di un uomo che ci fosse per lei.

Temette dentro di se che Marc non potesse più essere quella persona e un groppo in gola la prese facendola singhiozzare sommessamente.

-Devo ammettere che se tutte le amiche di Moon Knight sono come lei appena torno a casa prendo ago e filo e mi cucio un abito da super eroe.

Marlene non rideva per la battuta di un uomo affascinante da un bel po' di tempo. Si sentì come avvolta da una brezza calda e insieme alle sue labbra sorrisero i suoi occhi.

-La ringrazio...- disse cercando di non sembrare una ragazzina sperduta bisognosa di affetto.

-Chiamami Frank.

-Marlene.

-Allora in cosa posso esserti utile. Ammetto che la tua telefonata mi ha un po' sorpreso e incuriosito.

Marlene spiegò per sommi capi quello che aveva scoperto.

-Non ho prove se non la lettera lasciata in casa mia e il fatto che il “postino” è entrato senza problemi, senza nemmeno prendersi la briga di far saltare la serratura.

-Dovevi rivolgerti subito alla polizia. Come conosci Moon Knight?

Frank sembrava interessato a quella risposta in un ambito non strettamente professionale. Aveva immaginato che quella Marlene, damigella in pericolo, potesse essere la donna dell'eroe.

Marlene stava rimuginando qualcosa, temeva di rivelare l'identità di Marc.

Frank le venne in soccorso. Quel silenzio andava a sostenere la sua tesi sulla relazione tra la dolce biondina e il cavaliere lunare. Era strano, l'aveva conosciuta solo da qualche minuto eppure si sentiva geloso dell'eroe.

-Ho capito invece del principe azzurro preferisci i cavalieri in bianco. - scherzò non riuscendo a trattenersi.

-Più o meno, però mi piacciono anche gli uomini in blu.

-In borghese va bene lo stesso?

Su quelle parole Marlene si girò indicando l'edificio oltre il cancello di bronzo che stava alle sue spalle.

-Questa è la fondazione Arcana. Nel tempo parecchi soldi della compagnia di cui sono vice presidente sono stati offerti a questa struttura. Alcuni per beneficenza, altri per non precisate ricerche storiche. Il problema è che quando uno cerca informazioni sulla fondazione si trova nelle nebbie più fitte. Ho cercato di avere un appuntamento oggi con il presidente, ma non c'è stato verso.

Frank stava iniziando a temere per la sua carriera. Il discorso di Marlene aveva un sottofondo che parlava di effrazione e intrusione in una struttura privata.

Frank si rese conto che, anche se il suo io professionale gridava a gran voce di andarsene da lì, la speranza che aiutandola potesse diventare per lei qualcosa di più del poliziotto amico, lo spinse a sentire cosa aveva in mente.

-Lo so è da pazzi però io credo che andando di giorno qui dentro non troveremo un bel niente. Sono capaci di creare abili cortine di fumo per mascherare i loro affari. L'unico modo è sbirciare dove non sarebbe possibile farlo, cercare qualcosa che possa essere considerata una prova, magari un indizio su chi all'interno della Spectorcorp sta drenando i soldi verso questa fondazione e perché?

-Quindi mi stai dicendo che vuoi scavalcare il muro ed entrare? Lo sai che stai parlando con un poliziotto di commettere un crimine. Un poliziotto, fra parentesi ancora piuttosto lontano dalla pensione.

- Apprezzo il sacrificio. Anzi nel malaugurato caso la polizia dovesse licenziarti privandosi di uno dei suoi uomini migliori alla SpectorCorp c'è sempre bisogno di gente in gamba...

Frank sorrise.

-Ti farei da guardia del corpo...- sull'ultima parola gli occhi dello sbirro comunicarono senza fraintendimenti il tipo di protezione che intendeva offrire.

Marlene aveva capito il segnale e non lo respinse anzi buttò un po' di benzina sul fuoco.

-Potrebbe essere, ma io sono una vice presidente piuttosto paranoica, dovresti starmi addosso 24 ore su 24, anche dormire in camera mia. Sul divano.

Frank intuì che non era rimasta immune al suo fascino e mentre la seguiva sul retro del palazzo pensò a cosa sarebbe successo se Moon Knight avesse scoperto che faceva il filo alla sua bella.

Aveva già avuto un’esperienza con un marito violento, ma questa volta stava mettendo le corna sul cappuccio bianco di un super eroe. Era solo uno scherzo, non era nemmeno sicuro che Marlene fosse la ragazza del cavaliere lunare però continuò a pensarci fino a quando la donna non lo riportò alla realtà.

-Questo posto è tutto fuorché una fortezza. Non ci sono allarmi né guardie. La notte è semplicemente chiuso.

-Forse perché dentro non c'è niente da nascondere o proteggere. Mi sbaglio o fino ad un attimo fa eri convinta del contrario?

Marlene non sapeva più cosa pensare. Frank le faceva uno strano e piacevole effetto.

-Se facciamo un buco nell'acqua ti offrirò un paio di ciambelle so che voi sbirri ne siete ghiotti.

-E io ho lasciato un sacco di foto di orribili delitti per questo...

Il muro dietro era meno alto, screpolato con dei punti in cui i mattoni rientravano offrendo appigli per superarlo.

-Fuori le mani e aiutami a salire. Lo so ti dispiace che non abbia la gonna, sarà per la prossima effrazione.

Marlene piantò il suo piede sui palmi del poliziotto che poi le diede una leggera spinta aiutandola a prendere il bordo del muro. Penzolava un po' sgambettando e Frank la aiutò spingendola in su con un abile colpo ai glutei.

-Screanzato.- disse lei ora a cavalcioni del muro. Scivolò dall'altra parte e Frank sottovoce cercò di chiamarla.

-Tutto a posto. Ho solo preso una botta sul sedere che ti è piaciuto tanto toccare.

Frank la raggiunse in fretta dimostrando una notevole agilità. Una volta al suo fianco nel giardino della fondazione disse.

-Cosa prevede adesso il tour?

 

*** 

 

-Mi chiamo Milo Warren è ho una proposta per lei signor Brandt.

Gustav non si voltò neppure, continuò a versarsi del succo nel bicchiere di plastica.

-Non vuole nemmeno stare a sentire di cosa si tratta?- Milo insisté avvicinandosi a Brandt. Si trovavano in una delle salette dove si riunivano gli alcolisti anonimi.

Brandt era lo sponsor di alcuni di loro e dirigeva gli incontri settimanali. Dopo tanto tempo passato a cercare l'equilibrio aveva trovato il modo di offrirne un po' a gente che aveva davvero bisogno di ritrovare la rotta.

La gente non poteva sapere che la voce, i gesti di Brandt erano calcolati al millesimo per infondere tranquillità. Lui vedeva le persone come bilance, sapeva dove si trovava il problema nella loro anima e offriva il peso giusto per riportare i piatti dello spirito alla stessa altezza.

Quella sera la riunione si era protratta per una mezz'ora in più e alla fine era rimasto solo Brandt  a sistemare le ultime cose e chiudere il posto. O almeno questo pensava prima di sentire la voce di Milo Warren.

-Non mi vuoi rispondere. E' strano vedere un uomo che ha passato gran parte della sua vita in un nesso dimensionale che ha colloquiato con Immortus e altri esseri spazio temporali costretto a sentire le miserie esistenziali di persone che si sono perse in un bicchiere di alcool. Hai ritrovato la vista solo per guardare negli occhi vuoti questi derelitti?

Brandt si girò di scatto. Dopo tanto tempo sentiva una crepa nel suo muro della calma. Era stato quell'uomo a provocarla. Sapeva cose di lui che nessuno conosceva. Avrebbe voluto essere cieco come un tempo per non dover fissare il ghiaccio vivo dello sguardo di Warren. Nelle sue pupille vide affacciarsi un’ombra e sembrarono come astri avvolti da un' eclisse.

-Cosa vuole da me signor Warren?

-Voglio che lei torni a sfruttare le sue qualità. Ho qualcosa da offrirle. Un dono che le ridarà il ruolo che merita. Voglio che sia al mio fianco quando l'eclisse abbraccerà il mondo.

Brandt doveva scappare. Provò a farlo ma le porte gli si chiusero davanti. Conosceva le arti marziali imparate dai preti di Pama. Sua figlia era Mantis, la guerriera e madonna celestiale, e quello che sapeva glielo aveva insegnato lui.

Provò ad aggredire Warren con un calcio, ma Milo lo scansò e rispose colpendolo al petto. Lo gettò all'indietro contro le sedie disposte ancora in circolo.

-E' inutile lottare.- Milo tolse dalla tasca un sigillo di giada con l'immagine dello Yin e dello Yang. Il caos e la calma, il bianco e nero, il bene e il male.

-Questo è il tuo destino.

Brandt gridò come mai aveva fatto in vita sua.

La mandibola fu quasi sul punto di staccarsi, le contrazioni del corpo furono terribili e dopo quell'ondata di puro, irrefrenabile, caotico dolore sopraggiunse la calma e la trasformazione.

Lentamente mutò mentre il sigillo entrava dentro di lui. Una parte del viso divenne scura come se un' ombra perenne lo attraversasse, l'altra invece si copri di un bianco accecante.

-Addio Gustav Brandt, benvenuto in questa dimensione Mr Negativo.

Brandt si rialzò. Aveva i vestiti laceri per l'esplosione di energia. Si guardò le mani una bianca e una nera come il volto.

-Cosa mi hai fatto?- Brandt resisteva al potere che lo stava possedendo. Milo attese solo qualche secondo.

-Una scossa di assestamento spirituale. Adesso c'è solo Mr Negativo.

Il sorriso che si allargò sulla bocca bianca e nera rassicurò Warren. Il suo piano poteva procedere e adesso aveva un alleato prezioso nella sua lotta contro l'araldo del male del crudele Konshu

 

***

 

Il teschio con i tentacoli disegnato sul muro di metallo non lasciava spazio a dubbi. Quella era stata, e forse lo era ancora, una base dell' Hydra.

Moon Knight pronunciò quel nome mentre con la luce illuminava il simbolo del gruppo terrorista.

-Ci siamo finalmente, basta tunnel. Questa è la nostra meta. Tutto inizia ad avere senso. Solo l'Hydra poteva avere interesse e i mezzi per far “morire” Barbie e trovargli un rifugio sicuro in uno dei suoi vecchi covi.

Anche Moon Knight sentiva vicina la fine di quella pista.

-Se l'Hydra tiene qui i nazisti invecchiati come delle bottiglie di vino, sicuramente aver fatto saltare l'ingresso richiamerà le guardie della base.

-La nostra amica sente il sangue. Non c'è modo di fermarla farà a Barbie quello che ha fatto alla porta.

Il Demone era rimasto quasi sempre silente, ma adesso si era fermato davanti a loro, si era girato guardando lo squarcio dove prima c'era metallo spesso parecchi pollici.

Aveva ragione l'Averla le vittime volevano la vita del loro carnefice e gliel'avrebbero strappata dal corpo una lacrima alla volta.

Una luce potente esplosa da dei fari illuminò i tre. Due altoparlanti posizionati in alto iniziarono a gracchiare e la voce famigliare di Barbie riempì l'anticamera di una stanza più ampia che si trovava a pochi passi da loro.

Li invitò a raggiungerlo.

-Le visite inaspettate sono sempre le più gradite. Accomodatevi. Non bastano i vostri costumi a nascondere le vostre identità. Un tempo lo avrebbero fatto, ma adesso nessun segreto può essere celato ai miei occhi e ai miei sensi. E' un piacere ospitare nella mia umile e pensavo più segreta dimora due vecchi compagni d'armi come Marc Spector e Simon Maddicks. Non ho invece il piacere di conoscere l'elegante forma femminile che ha avuto il dubbio gusto di indossare quella brutta maschera, ma spero di rimediare presto.

Attraversarono le grandi porte per trovarsi in un salotto con alle pareti arazzi con svastiche finemente cucite, drappeggi con i simboli dell'Hydra.

In alto pendevano delle gabbie con dentro alcuni dei pipistrelli che li avevano ricevuti al loro ingresso nelle fogne. Erano appesi a dei piccoli pezzi di legno. Era il luogo di un uomo che non si rassegnava al presente e preferiva il passato.

Indossava la stessa divisa con cui l'avevano visto all'opera, era evidente che da allora le macchie di sangue erano aumentate e alcune erano così fresche da infastidire con il loro odore i sensi del Demone delle Lacrime.

Quello che colpì di più i tre era il suo viso, non più piagato dalla vecchiaia, ringiovanito. Il peso degli anni era sparito. Per essere uno che secondo le cronache era morto il 25 settembre del 1991 se la passava piuttosto bene.

Teneva in mano una bottiglia di buon vino che versò in alcuni calici.

-Propongo un brindisi, ai vecchi tempi che non muoiono mai.

-E' evidente che nemmeno il diavolo ti ha voluto Barbie.- accusò Maddicks.

-Visto che ti piacciono i concetti assoluti Simon diciamo che qualcuno o molto in alto o molto in basso ha scelto per me un'altra strada.

-Fino ad ora. Non devi più stare simpatico al tipo con il forcone se ha permesso che trovassimo il tuo nascondiglio. Lo capisco dai tuoi occhi che sai bene quanto noi che la tua storia finisce qui.

Maddicks caricò di energia il suo artiglio. Barbie si produsse in un salto verso il soffitto dove si fisso con un’agilità che non aveva nulla di normale.

La bottiglia e i bicchieri caddero in terra e si ruppero mentre l'arazzo alle spalle, bucato nel centro, fu l'unica vittima dell'attacco impulsivo dell'Averla Assassina.

Moon Knight guardò Barbie che si muoveva come un ragno umano, le gambe e le braccia ad arco, con le giunture e le ossa così malleabili che gli permettevano di piegarle all'indietro. Scese lungo una colonna e una volta a terra riprese una posizione umana.

-I miei amici dell' Hydra non hanno solo usato un clone, del dna skrull e un processo di invecchiamento per fingere la mia morte, mi hanno dato una nuova vita. E' così inebriante essere giovani e potenti.

Il Demone delle Lacrime estrasse dalle mani una spada di anime urlanti, la lama puntata contro il nazista vibrava di vendetta.

-Io sono l'araldo del dolore che hai arrecato negli anni a migliaia di innocenti. Questa maschera è fatta delle loro lacrime. Adesso sarai tu a piangere e a pagare le tue colpe.

Barbie rimase indifferente e lasciò che le anime lo attraversassero.

Si sentì dilaniare la carne, ma invece di gridare di soddisfare la sete di rabbia e vendetta scoppiò in una risata che rivelò il suo segreto.

Nella bocca aperta in un ghigno spaventoso comparvero due zanne da vampiro.

Moon Knight aveva finalmente la sua risposta.

-Ecco com'è sopravvissuto

-Inebriante il dolore vivo e mistico delle anime, ma inutile. Se fossi stato umano avrei sofferto così no. Devo ammettere che quella maschera è assai interessante. L'Hydra potrebbe ricavarne qualcosa di utile. Io sono la prova che le ricerche sul soprannaturale sono continuate dopo la caduta di Hitler e hanno prodotto ottimi risultati. Ovviamente non sono l'unico ad averne beneficiato. L'Hydra ha salvato altri miei ex compagni.

-Scommetto che dietro alla tua rinascita c'è un altro progetto super soldato. I tuoi amici hanno tante teste, ma un'idea fissa.

-Non dovevo essere un nuovo Capitan America. Nelle mie vene scorre un ritrovato genetico creato dal D.N.A del vampiro Barone Sangue. L'Hydra ha prelevato i vecchi nazisti prima che morissero e ha iniettato loro il siero. Non voleva che un patrimonio di saggezza e malvagità si perdesse.

-Non soldati ma super nonni nazisti.- chiosò Maddicks.

-Puoi avere tutti i poteri dei vampiri, ma ne hai anche le debolezze. 

Moon Knight disse questo ed estrasse un bastone da cui scattò fuori una punta di legno.

-Per tua informazione non sei il primo succhia sangue con cui ho a che fare ecco perché non esco di casa senza un bel paletto di frassino.

Klaus allargò le braccia e uscirono fuori delle membrane di tessuto organico. Alzò la testa ed emise un suono stridulo, un richiamo, prima di alzarsi in volo.

-Non sei l'unico che può sbattere le sue alucce.- Maddicks lo inseguì in alto e cercò di afferrarlo per trascinarlo giù, ma uno dei drappeggi cadde improvvisamente rivelando una gabbia scura enorme incassata nel muro.

-Dopo aver visto le qualità del siero del Barone Sangue ho fatto un po' di esperimenti. Voi avete incontrato le mie piccole cavie, ma è arrivato il momento di scoprire la mia creazione più riuscita.

Moon Knight venne sbalzato indietro da urla disperate, poi i volti di pipistrelli umani sbatterono contro le sbarre e i loro arti pelosi e artigliati le afferrarono

Maddicks distratto da quegli esseri si trovò addosso Barbie che, dopo aver affondato le dita nel jet pack, lo strappò con forza dalla schiena del mercenario.

Solo la prontezza di riflessi di Moon Knight impedì a Maddicks di spezzarsi sul pavimento della sala degli orrori.

Il Demone estrasse il suo arco, incoccò le frecce le cui punte erano forgiate nelle lacrime e nella vendetta. Barbie rideva mentre evitava i dardi che sparivano una volta mancato il bersaglio nel nulla

-Sei stata tu creatura infelice, donna posseduta da chissà quale misteriosa entità a portare questi due nella mia tana. Sento che è così. Posso quindi immaginare che ci sia anche tra noi un legame.

Volò vicino alla gabbia e con un colpo del dorso della mano staccò il pesante lucchetto aprendola.

-Scoprirò qual è strappando la verità dal tuo corpo. In quanto agli sventurati che ti hanno seguito fin qui nel mio inferno, loro diventeranno il pasto dei miei figli: i Baroni Sangue- e riempì la stanza con il suono della sua sadica risata

 

***

 

La mano di Marlene arrivò a stringere quella di Frank quasi inconsapevolmente.

Cercava un appiglio per farsi coraggio, mentre entravano dalla porta sul retro della fondazione Arcana. Frank rispose stringendogliela delicatamente. Si guardarono un attimo prima che le loro dita si allontanassero di nuovo.

Il corridoio era deserto e l'unica luce veniva dalle finestre filtrando dall'esterno. Avanzarono e Frank teneva la mano sul calcio della pistola.

-Dove dobbiamo andare?- chiese vedendo che il corridoio portava alla hall.

-Seguimi ci sono un paio di stanze che di giorno rimangono sempre chiuse. Mi hanno raccontato la storia dei magazzini aperti al solo personale, ma non possono credere che me la sia bevuta.

Nell'ingresso l'insegna della fondazione, una alfa inscritta in un triangolo, troneggiava sull'ingresso. 

-Non ho mai sentito parlare di questa fondazione- Frank lo disse avvertendo per un attimo una sensazione poco piacevole.

-Non ama finire sulle prime pagine anche se ha le mani in pasta in quasi tutti i grossi gruppi industriali e bancari della nazione. Tiene un profilo basso e utilizza per lo più come facciata beneficenze varie e sostegno a ricerche soprattutto nel campo archeologico.

-Da quello che mi hai detto non si accontenta solo dei finanziamenti alla luce del sole?

-No temo che sappia come estorcere denaro ai potenti. Lo so vedendo questo edificio e tutto il resto non si direbbe che in questi luoghi ci sia gente che trama per chissà quali oscuri scopi... è così normale, sembra un ufficio pubblico.

Frank era d'accordo con quell'impressione.

-Fin troppo normale e per esperienza la cosa è ugualmente sospettosa.- non sapeva nemmeno lui se lo faceva per dare corda a Marlene o se era davvero convinto di quanto diceva.

La sua speranza era che non avrebbero trovato nulla e che la ragazza apprezzando il suo sostegno lo avrebbe ricompensato con qualcosa di più di alcune parole maliziose.

Frank pensò questo e poi balzò all'indietro come spaventato da qualcosa. Un gioco di ombre che sembrava aver proiettato sul muro quella di qualcuno.

-Che ti è preso? Il super sbirro ha paura del buio?

Frank si scosse e pensò tra se.

-Mi era sembrato di vedere qualcosa.

E poi improvvisa come lo può essere una folata di vento che entra da una finestra aperta sentirono un soffio intorno a loro, un alito gelido che mosse i capelli di Marlene e sparse brividi sulla schiena del poliziotto.

-C'è corrente.- giustificò Marlene.

-Prima non abbiamo sentito niente.

-Non dire quello che stai pensando. Ho avuto una vita per abituarmi ad un altro che aveva sempre sensazioni strane e sentiva ovunque il pericolo.

-Un'altro?- replicò Frank ma non ebbe il tempo di dire di più che il vento tornò a spazzare il corridoio e questa volta lo colpì come una frustata lanciando la sua pistola sul pavimento.

Si tenne la mano bloccando il sangue che usciva dal taglio sul suo dorso.

-Adesso non è più una dannata sensazione. C'è qualcuno qui?

-Dobbiamo andarcene.- Marlene si mise a correre spaventata senza che Frank potesse riuscire ad impedirle di fare qualcosa di stupido.

Si trovò a sbattere contro un muro invisibile e poi a finire a terra. Alzò gli occhi e vide il vento prendere la forma di un uomo.

Frank cercò di afferrare la sua pistola, ma quell'ombra d'aria gliela prese prima ancora che finisse di pensare all'azione.

Videro la pistola in aria mossa da mani velocissime. Aprirono il tamburo per togliere tutti i proiettili che poi tintinnarono in terra.

-Chi diavolo sei?- gridò Frank

-Non diavolo, demone.

-Stai proteggendo i segreti della fondazione?- domandò Marlene.

-Eri stata avvisata di non ficcare il naso in cose che non ti riguardano ma sembra che il messaggio non sia stato recepito. Ti dovrò sculacciare a folle velocità.

Rise mentre la sua forma ancora vibrante divenne quella di un uomo in costume. Aveva una specie di casco con degli occhiali rossi. La tuta aderente sul corpo mostrava il simbolo di un fulmine sul davanti e sui guanti.

-E tu saresti un demone?- Frank stava cercando il modo di uscire da quella situazione. I super criminali potevano vestirsi in modo ridicolo, ma erano sempre a superiori a lui. Senza pistola era solo un sacco d'allenamento di carne e ossa.

-Speed Demon. Il mio nome d'arte anche se grazie alla fondazione adesso ho qualche motivo in più per chiamarmi così. Uno dei quali lo scoprirete subito. Ho deciso che è meglio continuare la nostra discussione e la vostra successiva sparizione in un altro luogo, molto più inospitale di questo.

Marlene si pentì di non aver avvisato Marc delle sue intenzioni.

In effetti con l'indagine sui fondi scomparsi e il mistero della fondazione aveva scelto il momento peggiore per prendersi una pausa di riflessione.

Speed Demon iniziò a muovere il suo braccio destro a una velocità incredibile e dopo pochi istanti il tessuto della realtà iniziò a sfilacciarsi. Sbucciò l'aria, la aprì rivelando una specie di porta che si allargava nel corridoio.

-Grazie alla Fondazione e ad un oggetto che mi hanno gentilmente donato posso vibrare attraverso le dimensioni e accedere a quelle dominate dalla magia. Pronti ad un viaggetto di sola andata nel vostro inferno personale?

Era una domanda retorica. Li afferrò in un lampo e si gettò con loro dentro la spaccatura mentre Marlene provava a dimenarsi.

Frank vide davanti a sé, nello strappo aperto, cosa lo attendeva. Non solo, poteva sentire il caldo delle fiamme dall'altra parte.

La risata di Speed Demon accellerò come la sua corsa dentro l'inferno.

 

Continua...